TUTTI GIU' PER TERRA, giuseppe culicchia

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MissBalzary
view post Posted on 17/11/2006, 00:26




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Walter ha vent’anni, un diploma, qualche speranza e molti dubbi. Intanto studia filosofia, legge Hemingway e Ginsberg e litiga col padre che lo incita a farsi una posizione. Il sabato sera esce con gli amici e cerca il vero amore. Walter guarda il mondo e lo sogna migliore e forse, prima o poi, scriverà un romanzo…


Walter, tipico giovane non alla moda, tipico 'sfigatello' anonimo, per niente cool, senza soldi, con un padre che gli rompe le palle affinchè non si trovi un lavoro e si sistemi. Gli amici? e chi ha amici? Non di certo Walter. più che altro sono conoscenti. Torino lo avvolge, con le sue vie sempre identiche, con personaggi fuori di testa. Walter è iscritto a filosofia ma non da neanche un esame e quelli che da... beh, non li passa. La sua vita è raccontata con ironia pungente al limite del tragi-comico.

Bello, bellissimo, l'ironia e la critica di Culicchia costruiscono il suo - forse - miglior libro. Culicchia costruisce una sorta di alter-ego, un personaggio che vive la sua esperienza post-diploma come una tragedia. Il finale è il solito amaro-in-bocca che tanto amo. Facile da leggere, non impegnativo, ma assai piacevole.

Il libro ha ispirato il (bellissimo) film omonimo interpretato da Valerio Mastrandrea, dove sono apparsi anche i CSI. (scheda film)



Giro giro tondo, casca il mondo...
Verso la fine degli anni Ottanta il mondo pareva proprio sul punto di cascare e io nell'attesa mi limitavo a girare in tondo, giorno dopo giorno. Facevo sempre più o meno lo stesso percorso. Senza una meta. Ogni giorno le stesse vie. Le stesse vetrine. Le stesse facce. I commessi guardavano la gente fuori dai negozi come gli animali allo zoo guardavano i turisti. Rispetto a loro mi sentivo in libertà. Ma ero solo libero di non far niente.
Via Po piazza Castello via Roma. Piazza San Carlo via Carlo Alberto via Lagrange. Piazza Carignano piazza Carlo Alberto via Po. E poi di nuovo: piazza Castello, via Roma, piazza San Carlo. Tutti i giorni. Giorno dopo giorno. Chilometro dopo chilometro. All'infinito. La suola del mio unico paio di scarpe si era tutta consumata. Mi sforzavo di camminare appoggiando il meno possibile il piede sulla strada ma riuscivo soltanto a saltellare. Non volevo un lavoro da commesso. Non volevo fare carriera. Non volevo rinchiudermi in una gabbia. Intanto però la mia gabbia era la città. Le sue strade sempre uguali erano il mio labirinto. Senza un filo a cui aggrapparmi. Senza più nulla da vedere.
 
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peli_di_pube
view post Posted on 17/11/2006, 10:09




devo leggerlo :) mannaggi a te che mi fai innamorà di culicchia
 
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MissBalzary
view post Posted on 17/11/2006, 16:28





tra l'altro penso sia la seconda volta in vita mia che non rimango delusa da un film tratto dal libro

 
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view post Posted on 17/11/2006, 18:34
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Poffàre

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quoto, anche a me è piaciuto il film
 
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morris667
view post Posted on 20/11/2006, 15:58




romanzo giovanilistico molto sincero e sentito, per nulla ruffiano. per questo è un libro riuscito.
e il film è ancora meglio ^_^
 
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Patrizio S.
view post Posted on 21/11/2006, 16:59




Non ho letto il romanzo ma ho visto lo splendido film...che straccia il blasonato Ovosodo! Anche se pare difficile farci un confronto i due personaggi sono quantomeno coetanei. Uno che pur di raggiungere le mete prefisse (la stabilità sentimentale ed economica) si lascia trasportare da persone e fortune, in una leitmotiv molto ribattuto negli ultimi anni, Muccino p.e. L'altro che con tenacia affronta il mondo, analizzandolo con occhio disincantato ma non per questo meno illuso, rifiutando ciò che ha di brutto e cercando con spirito di abnegazione il bello. Forse i finali dei due film fanno intendere due morali: una che fa scaturire la felicità da piccole cose, soddisfazioni poco più che simboliche, o per meglio dire istituzionali, condito di amori veri attraverso la cancellazione del concetto di amore falso; l'altro invece più che taglio di traguardi, proiettati nel film sempre un passo più avanti della realtà, propone un finale da strappo del velo, rappresentato dai sogni più validi, una sorta di prova del fuoco, di cui la pellicola risulta essere la lunga e all'apparenza banale e sofferente preparazione, lasciando così sospesa l'evoluzione della storia, in quel momento più che mai senza determinate evoluzioni. Una è la storia di un candido che alla fine vivrà fra i canditi, l'altra è la storia di un altro volente-dolente si riavvicina agli altri.
 
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5 replies since 17/11/2006, 00:26   148 views
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