CITAZIONI LETTERARIE

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morris667
view post Posted on 21/6/2006, 07:28




Diceva addio, e che aveva stappato tutte le birre in frigo, in maniera che diventassero schifose, e che potevo prendere il tubo dell'acqua, infilarmelo nel culo e girare il rubinetto al massimo.

(Joe R. Lansdale - la notte del drive in)
 
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peli_di_pube
view post Posted on 21/6/2006, 10:45




devo eggerlo assolutamente
 
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morris667
view post Posted on 21/6/2006, 10:51




sashasahssausasahscsch lo sapevo che sta frase ti avrebbe conquistato :D
 
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peli_di_pube
view post Posted on 21/6/2006, 11:03




se tutto il libro e sullo stesso piano lo rpendo :)
 
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morris667
view post Posted on 21/6/2006, 11:13




beh, è principalmente un libro fantastico. lo stile di lansdale cmq è questo qui, poi in quel drive in succede di tutto. ma proprio di tutto, oltre ogni immaginazione :D
 
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peli_di_pube
view post Posted on 21/6/2006, 11:33




affare fatto :)
 
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peli_di_pube
view post Posted on 23/6/2006, 12:41




i tratti del mio carattere che mi hanno fatto combattere il mondo sono gli stessi che mi hanno permesso di farmi valere
ed bunker
 
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view post Posted on 23/6/2006, 15:19
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scomoda-mente

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oh, bene bene bene...
iniziamo allora a postare qualcosa anche qui:


Mi accostai al tramezzo di vetro. Ci saranno stati un centinaio di neonati, che urlavano. Li udivo attraverso il vetro. Senza tregua. Nasci piangendo. La nascita. E poi la morte. A ognuno tocca. Entriamo dentro soli e usciamo fuori soli. E molti di noi, la maggior parte, viviamo soli, spaventati, vite incomplete. Una tristezza senza pari discese su di me. A veder tutta quella carne appena nata che doveva morire. A osservare tutta quella vita che si sarebbe a poco a poco trasformata in odio, in demenza, in nevrosi, in stupidità, in terrore, in omicidio, e infine in nulla... nulla in vita e nulla in morte. [da Storie Di Ordinaria Follia - Bukowski]

La razza umana mi ha sempre disgustato. Ciò che, in sostanza, me la rende disgustosa è la malattia dei rapporti familiari, il che include il matrimonio, scambio di potere e aiuti, cosa che, come una piaga, come una lebbra, poi diviene: il tuo vicino di casa, il tuo quartiere, la tua città, la tua contea, la tua patria... tutti quanti che s'abbrancano stronzamente gli uni agli altri, nell'alveare della sopravvivenza, per paura e stupidità animalesca.
[come sopra]


No, davvero, coraggio. Chiedetemelo.
Come si mangia un carciofo?
Come si mangiano gli asparagi?
Chiedetemelo.
Come si mangia un' aragosta?

Le aragaste dentro la pentola sembrano sufficientemente morte e allora le tiro fuori. Dico all'interfono, Per prima cosa, staccate entrambe le grandi pinze anteriori. Poi metto le altre aragoste dentro il frigo per far fare loro pratica più tardi. Dico all'interfono, Prendete nota.
Io spezzo le pinze e mangio la carne che contengono.
Poi flettete l'aragosta indietro finchè non si stacca la coda dal resto del corpo. Staccate la parte estrema della coda e usate una forchetta da pesce per tirare fuori la carne dalla coda. Rimuovete la vena intestinale che corre lungo tutta la coda. Se la vena è chiara significa che l'aragosta non ha mangiato nulla da un bel pezzo. Una sottile vena scura è fresca e ancora piena di escrementi.
Io mangio la carne della coda.
La forchetta da pesce, dico all'interfono con la bocca piena, la forchetta da pesce è la forchetta piccola con tre rebbi.
Adesso, staccate il guscio posteriore, il carapace, dal resto del corpo, e mangiate la ghiandola digestiva verde chiamata Tomallea. Mangiate il sangue color rame congelato nell'addome. Mangiate tutte le uova non ancora mature color corallo.
Io le mangio.
Le aragoste hanno quello che si chiama un sistema circolatorio aperto, dove il sangue scorre semplicemente tutto intorno attraverso delle cavità e bagna tutti i differenti organi.
I polmoni sono spugnosi e duri, ma si possono mangiare, dico all'interfono mentre mi lecco le dita. Lo stomaco è quella sacca dura che sembra fatta di denti che si trova sotto la testa.
Non mangiate lo stomaco.
Continuo a scavare nel corpo. Succhio la carne da tutte le Gambe-che-camminano. Mordo le piccole branchie. Supero i gangli del cervello.
Mi fermo.
Quello che trovo è impossibile.
L'interfono sta urlando, "Okay, e adesso? Che altro? É tutto qui? Che altro c'è da mangiare?".
Questo non può succeder esecondo la mia agenda, sono quasi le tre. Dovrei essere fuori a scavare in giardino. Alle quattro riordinerò le aiuole. Alle cinque e mezzo sradicherò la salvia e la ricollocherò insieme agli iris olandesi, alle rose, alle bocche di leone, alle felci, coperte di terra.
L'interfono sta urlando. "Che succede a questo punto? Rispondimi! Che cos'è che sta andando per il verso sbagliato?".
Controllo la mia scheda, e dice che sono felice. Sono produttivo. Lavoro duramente. É tutto sotto i miei occhi, nero su bianco. Sto facendo delle cose.
L'interfono urla, "Che facciamo dopo?".

Oggi è una di quelle giornate in cui il sole sorge veramente per umiliarti.
L'interfono urla, "Che altro rimane da fare?".
Io ignoro l'interfono perchè non c'è altro che rimande da fare. Quasi nient'altro rimane.

E forse è solo uno scherzo della luce, ma ho mangiato quasi tutta l'aragosta prima di accorgermi che il cuore continua a battere.



[estratto da Survivor di Chuck Palahniuk]
 
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morris667
view post Posted on 12/7/2006, 13:58




nico questa gustosa citazione può esserti utile per le tue liriche sulla merda ;)


Le porte dei gabinetti abbondantemente imbrattate pendevano, divelte dai loro cardini. Passavano dall’una all’altra cella per chiacchierare un po’, quelli che attendevano un posto vuoto fumavano dei sigari pesanti battendo sulla spalla dell’occupante al lavoro, lui, ostinato, la testa corrugata, rinchiusa fra le mani. Molti ci facevano dei forti gemiti come dei feriti o delle partorienti.
Minacciavano gli stitici di torture ingegnose.
Quando uno scroscio d’acqua annunciava un posto vacante, raddoppiavano i clamori attorno all’alveolo libero, e allora sovente se ne giocavano il possesso a testa o croce.
…Quel contrasto era proprio fatto per sconcertare uno straniero. Tutto quello sbracamento intimo, quella formidabile familiarità intestinale e in strada quella perfetta aria contegnosa!
… Orgia repentina di digestioni e volgarità. Scoperta del comunismo allegro della cacca.
(VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE - CELINE)
 
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peli_di_pube
view post Posted on 12/7/2006, 18:31




che signore che è celine.
VOGLIO quel libroooo
 
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morris667
view post Posted on 1/8/2006, 15:02




La conoscenza che non viene seguita dall’azione è peggio dell’ignoranza. Perché se tiri a indovinare e non ci prendi puoi sempre dire, merda, gli dei mi sono avversi. Ma se sai e non fai, vuol dire che in testa hai soffitte e anticamere buie da percorrere avanti e indietro e a cui pensare. Non è mica una cosa sana, produce serate noiose, un eccesso di alcool e seghe.
(CHARLES BUKOWSKI – taccuino di un vecchio sporcaccione)
 
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peli_di_pube
view post Posted on 1/8/2006, 15:10




e bravo, anche lei è passato a buk

non devi mandarle a fanculo le donne dopo cinque minuti che le hai conosciute,prima chiavale almeno( e ruttò) perchè le donne hanno il cervello di una noce e nessuna può capire che bersi 6 negroni in una serata AIUTA.
vinicio capossela-non si muore tutte le mattine.
 
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peli_di_pube
view post Posted on 29/8/2006, 11:29




il loro sguardo era teso verso l'orizzonte. dove muoiono i sogni e nascono le lacrime.

izzo- marinai perduti.

leggendo questo passo mi son venuti i brividi.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/8/2006, 12:25




NANNA. Mirando il cotal (oggetto fallico) di vetro mi sentii tutta commovere, benché ciò che io vidi arìa commosso l'ermo di Camaldoli: e mirandolo caddi in tentazione...
ANTONIA. E libra nos a malo.
NANNA. ...e non potendo più sofferire la volontà della carne che mi pungea la natura bestialmente, non avendo acqua calda come la suora che mi avvertì di quello che io avea a fare de' frutti cristallini, sendo fatta accorta dalla necessità, pisciai nel manico della vanga.
ANTONIA. Come?
NANNA. Per un bucolino fatto in esso perché si possa empire d'acqua tepida. E che ti vado allungando la trama? Io mi alzai la tonica galantemente, e posato il pomo dello stocco su la cassa, e rivolta la punta d'esso nel corpo, cominciai pian piano a macerarmi lo stimolo: il pizzicore era grande e la testa del cefalo grossa, onde sentiva passione e dolcezza; nientedimeno la dolcezza avanzava la passione, e a poco a poco lo spirito entrava nell'ampolla, é così sudata sudata, portandomi da paladina, lo spinsi inver me di sorte che poco mancò che nol perdei in me stessa, e in quello suo entrare credetti morire d'una morte più dolce che la vita beata. E tenuto un pezzo il becco in molle, sentomi tutta insaponata: onde lo cavo fuora, e nel cavarlo restai con quel cociore che rimane in uno rognoso poi che si leva le unghie dalle cosce; e guardatolo un tratto, lo veggio tutto sangue: allora sì che fui per gridar confessione!
ANTONIA. Perché, Nanna?
NANNA. Perché, ah? Mi credetti esser ferita a morte: io mi metto la mano alla becchina, e immollandola tiro a me, e vedendola con un guanto da vescovo parato, mi reco a piangere: e con le mani in quei corti capegli che, tagliandomi lo avanzo colui che mi vestì in chiesa mi avea lasciati, cominciai il lamento di Rodi.
ANTONIA. Dì quello di Roma, dove ora siamo.
NANNA. Di Roma, per dire a tuo modo.


Pietro Aretino - Ragionamento della Nanna e della Antonia
 
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SLAVE
view post Posted on 29/9/2006, 11:00




LA GUERRA E' PACE
LA LIBERTA' E' SCHIAVITU'
L'IGNORANZA E' FORZA

mai questre 3 frasi sono così attuali

1984 - Orwell
 
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65 replies since 17/12/2005, 10:57   914 views
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